domenica 18 settembre 2011

Arte. Femmina e maschio, sacro e profano, sessualità e spiritualità, in Birgitt Shola Starp

Birgitt Starp Eden scultura E’ l’arte che rappresenta la vita, o – specularmente – è la vita che dà corpo all’arte? Solo lei, Birgitt Starp, potrebbe dirci quale dei due aspetti del medesimo processo la riguarda più da vicino.

Vera cittadina del Mondo, nata a Leverkusen (Germania,1952), vissuta in Danimarca e in innumerevoli città europee, apprese fin da giovanissima le più diverse tecniche con i più vari materiali. Trasferitasi a vent’anni (ed erano gli avventurosi, ormai mitici, anni Settanta, pre-Adsl e pre-Aids) ad Anticoli Corrado, il paesino delle “belle donne” che aveva fornito le migliori modelle ai pittori tra ‘800 e ‘900, fino a diventare negli ultimi 30 anni un covo alla moda un pò snob di artisti stranieri innamorati dei suoi vicoli, dei suoi archi e delle sue antiche case di pietra grigia, la versatile Birgitt Maria Shola Starp – direbbe un biografo romantico – più che “fare l’artista”, ha sempre vissuto “la vita come arte”. Dal padre, uomo poliedrico con la passione per la fotografia, il disegno e la scultura, dalla nonna paterna, pittrice accademica, e dal bisnonno, scultore professionale, deve aver ereditato i cromosomi giusti per masticare forme e colori come altri ingoiano cibo.

Così, come non ha mai scelto tra pittura, collage e scultura, allo stesso modo il suo io deve aver deciso che è più comodo restare atarassicamente sospeso, con la saggezza d’un io orientale, tra forma e contenuto, finito e non-finito, tradizione e avanguardia, realismo e astrattismo. Che è come dire librarsi come bambini, cioè artisti, tra Cielo e Terra, sacro e profano, ragione e irrazionalità. E perciò, a ragione, ha pensato bene di alternarli e compendiarli tutti in qualcosa che possa rappresentare non solo se stessa, ma la complessità e contraddittorietà dell’artista, o forse dell’Uomo di oggi. Ci è riuscita? Al pubblico, visitatori e critici, scoprirlo.

Curiosa di tutto, nomade, instabile, avventurosa del sapere e del fare, insomma tipica e intelligente esponente di quella cultura alternativa che, appunto, nei creativi anni Settanta aveva trovato in una società ancora ingenua e libera il terreno ideale per esprimere il meglio di sé (e quale differenza con i bui decenni che seguirono!), la Starp ha esposto le sue opere ovunque trovasse uno stimolo inventivo. Dalla pittura alla scultura, dal trompe-l’oeil al restauro, dalla grafica alla ceramica, dalla scenografia all’architettura d’interni, nessun aspetto della creazione con linee, forme e colori le è sconosciuto. Ha lavorato e studiato, tra gli altri, con Manfred Dietrich, Carlo Toppi, Heinz Inlander, Eric Hebborn, Alexandro Kokocinski.

Birgitt Starp 1 Nel frattempo cresceva in lei, come persona, la curiosità e la sensibilità particolare per l’esoterico, per l’aldilà o l’aldiqua del conosciuto, da cui è scaturito l’interesse e l’apprendimento professionale di tecniche olistiche di autoguarigione, il reiki, le varie forme di meditazione attiva, il respiro consapevole o rebirthing, il t'ai chi, il kundalini yoga, collabora con un centro di meditazione a Torino (Devamani), traduce e cura "Il libro del Rebirthing” di Halbig e Orr, trascorre un mese in un ashram (monastero hinduista) a Haidakhan (nel Nainital, India), frequenta il centro spirituale Fazvida presso Comandatuba (Bahìa, Brasile), conduce seminari di autocontrollo e creatività in Croazia e Slovenia, traduce il libro tratto dai seminari di Jasmuheen sulle ricerche del potenziale umano con tecniche di meditazione ("L'arte di vivere in risonanza"), conduce seminari sul respiro consapevole all'Oasi Francescana di San Cosimato (Vicovaro), va in India (Delhi, Agra, Khajuraho, Benares) con il gruppo sloveno di tantra yoga.

Ma è attratta anche e soprattutto dai significati plurimi della complementazione dialettica uomo-donna, maschio-femmina. La sua meditazione la porta ad ipotizzare un legame intrinseco tra religioni e sessualità. “Religione e spiritualità – ha scritto la Starp presentando la mostra “Il-La”– sembra che siano da sempre imperniati sul sesso: per esaltarlo, come nei riti dionisiaci, e nelle celebrazioni di fertilizzazione della natura con un amplesso tra sacerdotessa e re, o per ripudiarlo, come nelle associazioni monastiche medievali”.

Del resto, “nelle storie sacre del mondo – dice la pittrice – gli Dei sono sempre stati molto indaffarati a procreare divinità e semidivinità con Dee e donne. L'atto sessuale, nell'ottica umana, era intimamente legato al Divino, e rappresentato senza falsi pudori. Nelle opere d'arte, l'amplesso fu simbolico del mistero della vita, dell'unione fra opposti, della procreazione e della morte. Unirsi sessualmente permetteva agli umani l'esperienza condivisa dell'estasi, essere partecipi del Divino”.

Non per caso gli organi sessuali (yoni, lingam) nell’antica India e perfino nella nostra cultura Etrusco-romana (le falloforie, il mito del fallo come beneaugurante, il traslato dell’uovo come simbolo di fertilità che nasconde la sessualità ecc), erano stati divinizzati. Ma allora, si chiede con l’ingenuità di un bambino la pittrice: “o nell'antico mondo erano tutti sessodipendenti, oppure la nostra eredità religiosa-culturale è sessofobica ed ha erroneamente sradicato il sesso dal suo sacro suolo originario, a detrimento della nostra gioia di vivere, della nostra innocenza, intelligenza emotiva, della nostra capacità di amare e avere compassione per l'intero creato, e a discapito della salute psicofisica della nostra prole nata da repressione e possessività”.

Fatto sta che “l'ideologia religiosa e sociale che noi abbiamo ereditato nel mondo di oggi, sia essa cristiana, ebraica o musulmana, costringe la sessualità in forme che di fatto non sembrano più naturali”, sostiene Birgitt Shola Starp. Anzi, “dai pulpiti ecclesiastici” si indicano modelli di vita contro Natura, ripudiando il sesso come anti-spirituale, il che costringe gli ecclesiastici a ipocrisie e segrete pratiche sessuali, spesso perfino pedofile, nate da questa repressione”.

E invece, il sesso è non solo “L’origine del Mondo” (e il pensiero – aggiungiamo noi – corre all’omonimo celebre e scandaloso dipinto di Courbet sul sesso della donna, o all’analogo sonetto “La madre de le Sante”, del poeta romanesco G.G.Belli, con ben 41 sinonimi), ma appunto, e a maggior ragione, l’origine dell’arte, come sembra sostenere la Starp. Insomma, il famoso mistero dell’arte potrebbe essere anche “Il mistero dell'unione sessuale”, vero mysterium coniunctionis, inteso come incontro emotivo, sensuale, fisico e spirituale tra due esseri umani”. Così, “dalle rappresentazioni più o meno esplicite dell'amplesso – dice la Starp – emergono riverberazioni antiche, ingenue, misteriche, spirituali, simboliche, magiche e divine, esoteriche, oppure pornografiche. E che cos’è poi la pornografia, se non sesso come dominio maschile sulla donna-oggetto?”

Ma, a poco a poco, la pittrice arriva a intuire che non solo l’immaginato Dio, proprio perché supposto onnipotente, uguale ad ogni cosa, possa essere anche femmina, anziché solo maschio; ma che gli dèi – antichi e moderni – siano molto interessati al sesso. Questa intuizione ha qualche riscontro nella sua produzione artistica. In alcune opere la sensualità va cercata; ma in altre è un elemento appariscente ictu oculi. E pensiamo soprattutto alla scultura qui esposta (v. prima immagine, dal titolo “Eden”), in una stilizzazione che fa pensare all’archetipo femminile, alle statuette preistoriche della Grande Madre, alle antiche icone della fertilità.

Birgitt Starp Ascesa materiali diversiIn questo periodo si collocano diverse mostre dedicate al tema della donna e della sessualità, come la mostra di pittura, scultura in bronzo, legno, ceramica raku e collages sull'integrazione maschile-femminile, dal titolo "Il-La", alla Galleria Grasch (Lissone), dalle cui note scritte dalla pittrice stessa abbiamo riportato i brani sopra citati. E poi ancora la partecipazione al percorso interattivo Medadonne della cooperativa Arte-aniene con le sculture “Donne, Dee e Madonne”, la scultura ‘Unio mystica 4’ e il dipinto polimaterico ‘Kuschelbild’ alla mostra collettiva di arte erotica ‘Voglia Dio Pennello’, Galleria Pent’Arte (Roma).

Del resto il pennello è un pò il Dio dei pittori. Specialmente delle pittrici. Una leggenda vuole che una celebre pittrice anticonformista del passato, tale Neera, nota per i suoi soggetti erotici, interrogata su come mai avesse intrapreso la carriera della pittura,  rispondesse che in fondo, a ben vedere, la sua era una scelta conseguente. Che altro è, infatti, un pennello – spiegò ai presenti allibiti – se non il paradigma perfetto dell’organo sessuale maschile, composto com’è di un’asta e di molti peli? La sessualità, ad ogni modo, sembra permeare sia l’arte antica, sia la moderna, e l’intuizione della Starp è assolutamente fondata.

Infine, la Starp ha continuato l’attività didattica e le partecipazioni a mostre e concorsi espositivi ovunque. Sue opere – leggiamo dal materiale allegato – sono esposte permanentemente al Civico Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado (Rm), Italia; alla Biblioteca di Subiaco (Rm), Italia; alla Galleria Bellavista Vordingborg, Danimarca; alla biblioteca di Pucisca, isola di Brac, Croazia; alla galleria Stanza Rosa di Anticoli Corrado. Sue opere sono in collezioni private in Germania, Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Svezia, Norvegia, Australia, Croazia, Slovenia, Canada, Brasile, Stati Uniti, Costa Rica. Fa parte delle associazioni di Scultori Danesi (Copenaghen, Danimarca); dell’associazione Scultori Sloveni, Ljubljana, Slovenia; del Circolo Scandinavo per Artisti, Roma, Italia; degli artisti della Comunità Montana della Valle dell’Aniene, (Rm), del gruppo di artisti del complesso di San Michele (Montecelio) GASM, dell’associazione culturale Arca di Corrado, Anticoli Corrado; della Cooperativa Sociale Arte Aniene (Roviano, Subiaco, Anticoli Corrado), Italia.
NICO VALERIO


MOSTRA
“Ascesa” di Birgitt Shola Starp                  
21 settembre-10 ottobre 2011
Bibliothè, via Celsa 5, Roma (piazza del Gesù, piazza Venezia, largo Argentina)
Inaugurazione: mercoledì 21 settembre h.18,30
Presentazione-intervista di Nico Valerio e Marina Canino
Orario normale della Galleria: h.11.00-23.00 (domenica chiuso)

Tutti sono invitati.

Per contatti:
Birgitt Maria Shola Starp, via Priaterra 18, 00022 Anticoli Corrado (RM), Italia, 0774-936422 - 334-9890377 -
birgittshola@yahoo.com